La telemedicina arriva nel Carcere di Rebibbia, impegnati anche infermieri Nuova Sair
Televisite, teleconsulti, telerefertazioni e telemonitoraggio.
Sono questi gli ambiti di intervento del nuovo programma di medicina a distanza attivato all’interno del carcere di Rebibbia dove Nuova Sair svolge i servizi infermieristici. Il progetto, denominato “Liberi@mo la salute” è stato presentato dal presidente della Regione Lazio, Nicola Zingaretti, e dalla Ministra della Giustizia, Marta Cartabia. Ad accompagnare le autorità istituzionali presso il teatro del Polo penitenziario dove è stata ospitata la presentazione, sono state alcune operatrici socio-sanitarie Nuova Sair invitate dalla ASL Roma 2.
La telemedicina avvicinerà il personale medico/infermieristico che opera nel penitenziario ai sanitari dei reparti ospedalieri specialistici, collegati in videoconferenza. In questo modo sarà più facile condividere la diagnosi, definire e realizzare la strategia terapeutica e assicurare le migliori cure ai detenuti malati, “superando” ha detto il Governatore Zingaretti “le criticità logistico-organizzative che caratterizzano da sempre l’assistenza sanitaria in questi luoghi”.
Per il personale infermieristico Nuova Sair è la seconda esperienza nel campo delle cure a distanza. L’IFO, infatti, impiega un team infermieristico Nuova Sair specializzato in accessi venosi per assistere i caregiver di malati oncologici nella gestione di cateteri venosi PICC: un progetto di teleassistenza significativo che ha già dato evidenze di ridurre ospedalizzazioni ed infezioni, migliorando la qualità della vita del paziente e dei caregiver.